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giovedì 7 agosto 2008

Riflessione

Vi sono momenti,nella Vita,in cui tacere diventa una colpa e parlare diventa un obbligo.

Un dovere civile,una sfida morale,un imperativo categorico al quale non ci si puo' sottrarre.


Oriana Fallaci

9 commenti:

Anonimo ha detto...

E' vero...
Bisogna chiedere come mai l'ASL di Milano vuole trasformare un ospedale in un RSA (eppure a Milano non ne ha poche...e l'ASL ha l'ADI, i medici di base e tutta l'assistenza necessaria per poter far godere ad una persona la sua casa e i suoi ricordi e i suoi Cari)
Chiudere...l'ospedale che a Milano poteva vantare i tempi più bassi di gestione dell'infarto acuto...
un ospedale fatto di persone che lavoravano con il sorriso e lo studio..e che per i loro pazienti c'erano giorno e notte...
Perchè siamo stati chiusi per una realtà che non esisteva più in struttura da un anno ed era si grata a certi uomini/donne in asl e nel mondo politico (e gli stessi han protetto altri ospedali con colpe anche peggiori..se di noi si dimostrarà qualcosa di si tragico)...e perchè oltre a questa violenza si prosegue con torture ben peggiori...
Tutta questa manovra non serviva per dare un servizio migliore, ne per permettere di lavorare in un mondo sanitario più pulito...visto che in rita i controlli e le leggi dell'asl erano sempre al di fuori di ogni logica e ragione (facendo perdere a qualche innocente pure il posto di lavoro per leggi sognate da qualcuno/a che forse non ha di meglio da fare che andare dall'estetista e al mattino sceglier quanti gioielli indossare)...e non vedevano ciò che succedeva negli ospedali "pubblici" o del servizio offerto nei loro ambulatori a loro così cari... Tutto questo serviva a distruggere la nostra fede, nella medicina, nella vita e nelle istituzioni...perchè chi ci vuole così tanto distruggere (per motivi/ignorans personale) non si rende conto "coscienza personale" dei lavoratori appartiene ad una rinascita interiore di profonde origini.
Leggete la storia della sanità mantovana negli anni passati...e si dipingerà il futuri di tutti noi in milano.

Anonimo ha detto...

"[1]Non giudicate, per non essere giudicati; [2]perché col giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate sarete misurati. [3]Perché osservi la pagliuzza nell'occhio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio? [4]O come potrai dire al tuo fratello: permetti che tolga la pagliuzza dal tuo occhio, mentre nell'occhio tuo c'è la trave? [5]Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e poi ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello." Matteo cap. 7.

Ed ecco a seguire: Legislatura 14 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-02303
Atto n. 3-02303
Pubblicato il 6 ottobre 2005
Seduta n. 879
MALABARBA , PIZZINATO , DONATI , RIPAMONTI , DALLA CHIESA , PAGLIARULO , BISCARDINI - Al Ministro della salute. -

Premesso che:

è stato dimostrato da studi inoppugnabili - che hanno anche superato il vaglio di una Commissione Nazionale di esperti nominata il 30 agosto 2000 dall’ex Ministro della sanità prof. Umberto Veronesi - la presenza di un elevatissimo rischio di ammalare di sarcoma dei tessuti molli nella popolazione mantovana che ha vissuto nei quartieri industriali della città occupati dal noto polo chimico. Questo rischio è risultato addirittura 30 volte superiore rispetto a quello degli altri concittadini mantovani;

a seguito di un esposto alla Procura della Repubblica di Mantova presentato da due consiglieri della Regione Lombardia, dopo che nel 1995 è stato presentato uno studio a Mantova a riguardo del rischio chimico (in particolare da benzene) sui lavoratori dell’impianto chimico Enichem che ha dato come riscontro un eccesso di incidenza per alcuni tumori (linfomi, fegato, stomaco), è stato aperto un procedimento giudiziario tutt’ora in corso;

il ‘polo chimico e laghi di Mantova' è stato classificato nel 2002 tra i siti inquinati di interesse nazionale. Vari carotaggi, eseguiti da più soggetti pubblici e privati sui terreni interni allo stabilimento chimico, hanno evidenziato inquinamenti puntuali da PCB e diossina superiori ai limiti di norma. Rimane ancora non adeguatamente esplorata la contaminazione esterna al sito industriale. In proposito, significativo appare quanto riportato dal Rapporto ARPA del 17.12.2004 sul piano di caratterizzazione del canale Sisma: “Questa Agenzia individua per diossina e furani una significativa e diffusa contaminazione”. Si ricorda ancora che questo corso d’acqua superficiale, che attraversa lo stabilimento chimico prima di immettersi nel Mincio, fu oggetto di vari provvedimenti giudiziari alla fine degli anni ’90 che chiamarono in causa anche lo stesso inceneritore di stabilimento fino ad interdirne l’attività. Difficile pensare quindi che l’inquinamento da diossina non abbia superato i confini del sito produttivo;

la stessa Commissione Nazionale, accanto alla necessità di un monitoraggio ambientale, raccomandava anche in un documento, stilato alla fine del 2002 a conclusione del proprio lavoro di revisione scientifica, due linee di ricerca epidemiologica:

la determinazione della diossina nel sangue della popolazione mantovana esposta;

lo studio di altri tumori oltre il sarcoma dei tessuti molli, poiché la diossina, in quanto probabile causa del ‘cluster’ (addensamento temporo-spaziale) dei sarcomi che hanno colpito la popolazione mantovana, è un cancerogeno cosiddetto ‘totipotente’, in quanto capace di aumentare complessivamente l’incidenza di tutti i tumori maligni. E’ questa una acquisizione ormai pacifica della letteratura scientifica;

per tale ragione, il dott. Paolo Ricci, direttore del Dipartimento di Prevenzione della ASL di Mantova, nonché coautore con il prof. Pietro Comba dello studio epidemiologico che ha evidenziato questo rischio cancerogeno così elevato, predispose ed avviò, con il consenso del direttore generale della ASL di Mantova, dott.ssa Cristina Cantù, uno specifico studio sulla diossina, avvalendosi della preziosa collaborazione del prof. Lorenzo Tomatis (insigne scienziato e già direttore della IARC della OMS per oltre dieci anni) e dello stesso prof. Pietro Comba (direttore del settore di epidemiologia ambientale dell'ISS);

grazie al prof. Tomatis fu possibile ottenere la collaborazione gratuita dell’autorevole CDC di Atlanta (USA) per il dosaggio della diossina nel sangue, tecnica particolarmente complessa e costosa;

il progetto, ottenuto anche il regolare consenso del Comitato Etico della stessa ASL il 19 febbraio 2003, decollò rapidamente;

considerato che:

nel luglio 2004, quando i campioni di sangue stavano per essere raccolti in due gruppi di popolazione mantovana, accuratamente costruiti per rispondere a tutti i rigorosi requisiti imposti dai criteri di rappresentatività statistica, la dott.ssa Cantù sostituì gli autori della ricerca con altri di ‘propria fiducia’. Guarda caso rispunta il nome del solito dott. Carreri e di un altro ricercatore che avevano sempre mostrato ‘scetticismo’ sul pericolo diossina;

alla richiesta di spiegazioni il dott. Ricci riceveva nell’agosto 2004 una laconica e lapidaria risposta stilata dal proprio Direttore Sanitario che ribadiva che tale era la volontà della Cantù, punto e basta;

per la medesima richiesta, il prof. Tomatis riceveva invece poco dopo una risposta firmata di pugno dalla stessa Cantù in cui si ribadiva burocraticamente l’assenza di ogni contratto che la impegnasse formalmente con lui e che non potevano certo far fede dei semplici accordi informali assunti durante un breve colloquio presso il suo ufficio. Di tale risposta lo stesso Tomatis si lamentò per iscritto con il Presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni in termini di ‘brutale scortesia’ ricevuta, a fronte di una collaborazione scientifica disinteressata e gratuitamente fornita;

il dott. Ricci si lamentava ancora formalmente di questo modo di procedere e più in generale della gestione centralista ed autoritaria della ASL che opprime ed umilia, a partire dalla stessa dirigenza che, tra dimessi e destituiti (16 dirigenti in due anni e mezzo!), ha subìto una falcidia senza precedenti nella storia della sanità pubblica italiana;

con un decreto direttoriale promulgato nell’ottobre 2004 (n. 649 del 15.10.04), che stravolge letteralmente il Piano Organizzativo Aziendale (POA) autorizzato dalla Regione Lombardia, il dott. Ricci veniva progressivamente esautorato dal suo ruolo di direttore di dipartimento. La Cantù affidava direttamente compiti istituzionali del Dipartimento di Prevenzione a collaboratori del dott. Ricci e li dirigeva lei personalmente, in aperta difformità con il ruolo di un direttore generale ASL che non può mai essere di tipo tecnico;

intanto ancora la Cantù accelerava arbitrariamente le pratiche di concorso per il posto occupato ad incarico provvisorio dal dott. Ricci, fino al punto di essere richiamata per iscritto dal responsabile regionale del Servizio Gestione e Programmazione Risorse Umane sul rispetto di quanto previsto dal piano assunzioni (Nota regionale del 27.04.2005). Il 9 maggio 2005 il concorso veniva comunque espletato ed il dott. Ricci era giudicato dalla commissione esaminatrice insieme con un proprio collega. L’ultima parola spettava però di diritto al direttore generale per cui la Cantù poteva completare la sua ‘punizione esemplare’ contro il 'disobbediente’, sostituendolo con il collega il 5 agosto;

non ancora soddisfatta infieriva due volte contro di lui sulla stampa locale fino al limite della diffamazione ("Gazzetta di Mantova", 12 agosto 2005, "Voce di Mantova", 26 agosto 2005), evidentemente infastidita dai numerosi attestati di solidarietà ottenuti da Ricci;

dopo un anno di fitti e un po’ misteriosi incontri regionali, in poco più di un mese venivano raccolti i campioni di sangue per la ricerca della diossina ed alla fine dell’agosto 2005 venivano spediti al CDC di Atlanta, almeno secondo quanto anticipato dalla Cantù sui quotidiani locali ("Gazzetta di Mantova", 13 agosto 2005);

stranamente i questionari, che secondo il progetto iniziale avrebbero dovuto raccogliere dettagliate informazioni sulla storia di residenza, di lavoro, di malattia ed alcuni stili di vita dei mantovani a cui è stato prelevato il sangue, invece di essere anch’essi inviati in file informatico al CDC di Atlanta (come da progetto originario) giacciono ancora in forma cartacea negli uffici della ASL, come se non fossero importanti quanto il sangue da analizzare;

nulla trapela dagli impauriti dirigenti che hanno sostituito il dott. Ricci in questo lavoro;

sempre dalla stampa locale ("Voce di Mantova", 20 agosto 2005), si viene a sapere che il Comitato Etico della ASL è stato per così dire ‘costretto’ ad riapprovare ‘a cose fatte’ (o ‘a scodelle lavate’, come titola coloritamente il quotidiano mantovano) un progetto modificato negli autori, negli strumenti e nei metodi di ricerca. Ancora dalla stessa stampa locale si apprende che ci sarebbe stato un forte disappunto da parte del presidente del Comitato Etico della ASL, per altro l’unica figura esterna all’azienda sanitaria, mentre tutti i membri di un Comitato Etico lo dovrebbero essere per evitare ovvi conflitti di interesse. Sicuramente cambiato è stato il questionario da somministrare ai mantovani, le quantità di sangue in gioco, e nulla si sa riguardo ai soggetti campionati. Sulla stampa locale che riporta le dichiarazioni della Cantù ("Gazzetta di Mantova", 13 agosto 2005) si parla anche di ‘riserve’ e di ‘volontari’ tra i soggetti campionati, termini che in quanto tali appaiono inquietanti sotto il profilo del rigore statistico che esige una rigorosa casualità;

per quanto riguarda invece il secondo filone di ricerca epidemiologica, raccomandato dalla Commissione Ministeriale di Veronesi, non solo non si è fatto assolutamente nulla, ma addirittura si è fatto marcia indietro;

sull’onda degli eventi, la Regione Lombardia istituì nel 2001 il Registro Tumori della provincia di Mantova, come terzo polo di osservazione dell’andamento dei tumori in Lombardia dopo Varese e Sondrio, attribuendone la gestione alla stessa ASL, anche se funzionalmente questo Registro (come quello di Sondrio) si iscriveva nel più generale Registro Tumori Lombardia con sede presso l’Istituto Tumori di Milano, che gode di una autorevolezza internazionale;

la Regione Lombardia, consapevole della difficoltà e della complessità di istituire il Registro Tumori a Mantova, stabilì per l’ASL un finanziamento annuale aggiuntivo di 200 milioni di vecchie lire;

a distanza di 4 anni il Registro Tumori di Mantova versa in uno stato di totale abbandono, tanto che al suo interno non lavora più neppure un medico! Il disinteresse per questa struttura è arrivato al punto tale che l’ASL non ha neppure accolto l’offerta della sede centrale di Milano del Registro Tumori Lombardo per una collaborazione e consulenza totalmente gratuita;

queste accuse vengono mosse anche da politici mantovani dello stesso schieramento politico di centro-destra cui appartiene la Cantù (Forza Italia: “processo” alla Cantù - "Voce di Mantova", 3 settembre 2005);

a riguardo del Registro Tumori si riscontra dopo 4 anni dal suo inizio, nonostante quanto dice la dott.ssa Cantù sulla "Voce di Mantova" del 02.10.05, che non è ancora stato pubblicato un dato, anche se ci sono fonti certe a disposizione sia alla Regione Lombardia che a Mantova. Si pensi che allo stato l’organico del Registro Tumori non comprende né un medico né uno statistico;

insieme al Registro Tumori è affondato anche il Registro di Mortalità della ASL che tace ormai da 4 anni, a fronte di altre ASL lombarde in cui i tassi standardizzati di mortalità aggiornati per singola causa di morte compaiono addirittura sul sito web;

sembra quasi che si voglia eliminare ogni fonte informativa in grado di approssimare anche semplicemente un rapporto tra salute dei cittadini e stato dell’ambiente, nonostante proteste riportate dalla stampa locale di cittadini e ambientalisti provengano ormai da ogni parte della provincia: Castiglione delle Stiviere, Ostiglia, Sermide, Viadana, oltre Mantova. Significativo è pure il fatto che da quando è iniziata la gestione Cantù sono stati eliminati gli abbonamenti per le riviste scientifiche;

al contrario, di fronte a questo drammatico disinteresse per la salute dei cittadini, la ASL sembra essersi trasformata in una sorta di agenzia immobiliare: si vendono, si costruiscono e si inaugurano edifici con una frenesia senza pari. Poco importa cosa ci si fa dentro, va bene anche un asilo, purchè si faccia. Si faccia e soprattutto si elargiscano consulenze milionarie (in euro) che pare siano lievitate in modo esponenziale rispetto alla precedente gestione. Naturalmente non consulenze per migliorare la salute e la prevenzione, ma per ingigantire la macchina amministrativa. E’ il cosiddetto reenginering, a seguito del quale oggi si produce solo carta e tanti, tanti decreti direttoriali,

si chiede di sapere:

se tutto quanto è stato sopra esposto corrisponda al vero;

se, in ragione di ciò, il Ministro della salute non intenda promuovere un’indagine al fine di capire se la direzione della AUSL di Mantova, di fronte al problema di salute più grande (o quanto meno uno dei più importanti), non sia del tutto inadeguata, considerando che è proprio dal Ministero della salute che sono venute le indicazioni per intervenire in merito alla presenza di diossina e alle sue conseguenze sulla salute della popolazione;

se - in questo contesto - il livello di credibilità di fronte ai cittadini non possa essere pesantemente compromesso;

ancora, nella fattispecie, di fronte alla rimozione del prof. Lorenzo Tomatis, nonchè del dott. Paolo Ricci, quale garanzia possa essere fornita sul fatto che al CDC di Atlanta vengano inviati campioni di sangue frutto di una scrupolosa selezione scientifica dei soggetti donatori e quale garante scientifico ‘indipendente’ possa essere oggi individuato a livello locale, in un simile regime autoritario; non si comprende infatti per quale ragione chi aveva predisposto il lavoro è stato rimosso se la metodologia da seguire e i contenuti dello stesso non sono stati cambiati; se al contrario ci sono state delle modificazioni, è opportuno sapere quali e per quali ragioni;

se infine il Ministro non ritenga di suggerire alla Regione Lombardia e alla AUSL di Mantova di nominare un dirigente esperto e competente con agibilità di intervento, che sia in grado di farlo funzionare, intraprendendo le necessarie relazioni regionali (con il Registro Tumori regionale) e nazionali (con l’ISS e l’associazione dei Registri Tumori).

Anonimo ha detto...

...dalla GAZZETTA DI MANTOVA... ecco cosa aspetta a Milano (beh forse anche peggio...). Chi giudica e detta legge dovrebbe farsi un sano esame di coscienza prima di proferir parola (magari in riunioni silenziose cercando Giuda tra chi incolpa)...

Gazzetta Di Mantova - 22 agosto 2007
Dal Cup trasferito ai cuori artificiali inutilizzati, tutti i problemi della sanità mantovana
Un mese nero per la sanità mantovana. Cup telefonico trasferito in Sicilia, Medicina sportiva passata in mano ai privati, una centrale di cogenerazione dell'Asl costruita e mai entrata in funzione, il giallo sul futuro della Cittadella della Salute e per ultimo la vicenda dei cuori artificiali del Poma, acquistati con i soldi della Fondazione Bam e mai utilizzati e che ora l'ospedale vuole dare indietro alla ditta costruttrice. Per giorni e giorni le notizie rimbalzate tra Poma e Asl hanno fatto discutere l'intera provincia, suscitando le proteste degli utenti e le prese di posizione di associazioni ed enti locali.

La cronistoria delle ultime settimane.
CUP TELEFONICO. E' la prima settimana di agosto quando l'ospedale di Mantova, tramite un comunicato stampa, dà notizia che il Cup telefonico ha allargato la fascia di prenotazione oraria grazie all'entrata in funzione del nuovo call center regionale. Quello che però il Poma non dice è che chiami da Mantova e ti rispondono a Paternò, in Sicilia. Il Cup telefonico è infatti stato appaltato ad un call center siciliano e all'inizio di agosto chi chiama il numero verde è costretto a restare al telefono anche una ventina di minuti prima di ricevere una risposta. Ma c'è di più: l'operatore, ovviamente, non sa nulla del Poma e quindi può solo fissare appuntamenti per visite ed esami, ma non è in grado di fornire alcuna spiegazione richiesta dall'utente in merito, ad esempio, alla dislocazione dei reparti ospedalieri. La cittadinanza insorge e Comune e Provincia dicono che loro di quel trasferimento non ne sapevano nulla. Sulla vicenda si scatenano anche i partiti. A quel punto interviene anche la Regione, tramite il consigliere Enzo Lucchini, vicepresidente del consiglio regionale lombardo: «Il subappalto va bene, ma il servizio deve funzionare». Oggi, a distanza di un mese, le cose sono migliorate. Ieri un minuto alla risposta. Nei giorni scorsi, tra l'altro, è stato deciso di monitorare il servizio quotidianamente.
MEDICINA SPORTIVA AI PRIVATI. E' fine agosto quando si scopre che la Medicina sportiva dal primo ottobre passerà dall'Asl ai privati. Da quella data a rilasciare i certificati di idoneità sportiva alla miriade di agonisti e amatori sarà l'ospedale Fondazione San Pellegrino di Castiglione e due suoi ambulatori periferici ricavati allo Sport Village di Mantova e al Centro servizi alle persone di Suzzara. Sul passaggio di mano dall'Asl ai privati, ha preso posizione il presidente della conferenza dei sindaci e primo cittadino di Mantova Fiorenza Brioni: «E' un servizio cruciale, il passaggio di mano ai privati andava discusso. Oltre a fare certificati il servizio dovrebbe occuparsi anche di attività di prevenzione rivolte agli sportivi». Secondo il sindaco il servizio sarebbe dovuto rimanere sotto la gestione del Poma anche in caso di esternalizzazione.
CENTRALE DIMENTICATA. E' costato un milione di euro e se messo in funzione potrebbe produrre energia per circa un milione di watt. Energia elettrica per far funzionare impianti di riscaldamento e di raffreddamento, con la possibilità di vendere il surplus a terzi. Ma è spento, sepolto in un capannone dell'Asl, mai messo in funzione. E' l'impianto di cogenerazione che l'ex direttore generale dell'Asl Maria Cristina Cantù fece costruire nell'ex ospedale psichiatrico di Dosso del Corso per la Cittadella della Salute. L'impianto non è mai stato messo in funzione e nessuno parla di una sua imminente attivazione.
CITTADELLA: UN GIALLO. La palazzina numero 3 della Cittadella della Salute a Dosso del Corso, un edificio ristrutturato da 2.400 metri quadrati, è quasi ultimata, ma nessuno sa esattamente che cosa ci andrà dentro. Il caso è ancora una volta sollevato dalla Gazzetta, che sottolinea come in via Trento, così come altrove, nessuno è a conoscenza dello stato di avanzamento del famoso progetto Cantù, secondo cui tutta l'Asl prima o poi sarebbe finita a Dosso del Corso. Risponde dopo alcuni giorni il direttore generale dell'Asl Maurizio Cecchettin: «Nei primi mesi dell'anno nuovo direzione e uffici amministrativi andranno a Dosso del Corso. Di questo trasferimento tutti erano informati». Replica del sindaco: «All'ultimo incontro del consiglio di rappresentanza dei sindaci Cecchettin non era presente e sul trasferimento a Dosso del Corso siamo fermi a notizie dell'anno scorso».
I CUORI ARTIFICIALI.E' l'ultimo atto, roba di queste ore. Il Poma acquista con i soldi della Fondazione Bam due cuori artificiali, che però restano in un magazzino per un anno. La Fondazione protesta. Nelle prossime ore la risposta del Poma, che a quanto pare sarebbe intenzionato a rinunciare al contributo. Ma i cuori che fine faranno? Forse saranno barattati con altro materiale sanitario, sempre ammesso che la ditta fornitrice accetti lo scambio. (bo)

Anonimo ha detto...

Per la Gazzetta di Mantova il link è:
http://gazzettadimantova.repubblica.it/dettaglio/Il-mese-nero-della-sanita/1355685
interessante è anche il forum...

Anonimo ha detto...

Ed anche da questo forum un quadro inquietante...chissà se in Italia si tornerà ad una Dirigenza che aspica il benessere supremo dello stato, nel senso di cittadino (concetto della grecia antica, ma forse mai compreso o studiato...)?
http://beppegrillo.meetup.com/116/messages/boards/thread/1871002/10

Ed ecco un piccolo estratto:

Lettera di risposta scritta da Caterina Di Francesco pubblicata il 25-02-06 sulla Gazzetta (di Mantova)

Francamente i due dirigenti dell'ASL, dott.Anghinoni e dott.Padovani, nell'articolo del 21 febbraio dal titolo "Registro tumori, l'ASL contrattacca", hanno sbagliato bersaglio. Avrebbero dovuto dire quelle cose all'ex direttrice generale dott.Cantù e non prendersela adesso col Codiamsa. Il rapporto sulla situazione sanitaria e ambientale della Provincia di Mantova è corretto, ma noi non abbiamo mai detto il contrario. Sarebbe meglio rileggere l'articolo uscito al riguardo il 29-12-2005, perchè sono state le dichiarazioni della dott. Cantù a ingenerare in tutti i cittadini mantovani la falsa idea che il Registro fosse completato. Presentando il rapporto la ex direttrice generale aveva insistito sul Registro, dandolo come cosa fatta, probabilmente sentendosi sotto attacco da destra e da sinistra per il suo operato. Il 22 ottobre il Codiamsa aveva iniziato la raccolta firme perchè il registro fosse attivato: nato nel 1999, era prematuramente "desaparecido". Alla raccolta avevano poi aderito i comitati di Belforte, Viadana e Marcaria. All'uscita dell'articolo del 29-12, a causa delle affermazioni contenute la raccolta delle firme era stata sospesa. Ma quando abbiamo letto il documento, ci siamo resi conto che le cose stavano in modo ben diverso da come le aveva presentate la dott.Cantù. Pertanto la raccolta firme è ripartita. Per chiarire l'argomento a riguardo, o meglio fare controinformazione, Luca Benedini ed io abbiamo espresso alla Gazzetta le nostre opinioni, suffragate da ciò che era contenuto nel Rapporto: cioè che si stanno ancora raccogliendo i dati mancanti e che quindi il registro non è completo. I due dirigenti affermano che a fine 2006 avremo i dati relativi al 2001. Consultando il Registro tumori di Modena, disponibile anche in rete, si può facilmente constatare che nel settembre del 2005 sono stati pubblicati i dati relativi all'anno 2003, quindi con uno scarto di meno di due anni. Comunque, nell'articolo del 21-02 i dirigenti dell'ASL hanno confermato le parole di Luca Benedini e mie, tranne quelle sul coinvolgimento dei medici di base. Ma al riguardo sarebbe interessante sapere quando ciò è avvenuto e con quale circolare, perchè se vi è stato coinvolgimento, si è trattato di un'operazione di facciata e priva di continuità, da quanto risulta a noi. Mi è sembrato, perciò, poco attendibile fare deduzioni sui tumori in provincia di Mantova in questa situazione, o stato dell'arte che dir si voglia, come invece venne fatto ampiamente nell'articolo del 29-12. I cittadini mantovani hanno bisogno di informazioni certe su una questione importantissima come la salute, e non di
dichiarazioni "tranquillizzanti" e fuorvianti come quelle della dott.Cantù.
Caterina Di Francesco Codiamsa Mantova ONLUS

SABATO, 29 APRILE 2006
Pagina 14 - Cronaca (Gazzetta di Mantova)

di Roberto Bo

Il ritorno di Ricci, guiderà il registro tumori

Estromesso dalla Cantù, Cecchettin lo ha voluto all’Osservatorio epidemiologico

Ondata di nomine: il neo-manager ha ridisegnato molti servizi
Una promozione, un ritorno al vecchio incarico, il ‘ripescaggio’ di un volto noto e uno scambio di poltrone. Mini-rivoluzione ai vertici di alcuni servizi dell’Asl di Mantova. Nei giorni scorsi - delibera del 19 aprile - il neo manager di via Trento Maurizio Cecchettin ha ridisegnato parte dei più importanti servizi dell’Asl, assegnando nuovi incarichi dirigenziali. Perlopiù si tratta di volti già noti in via Trento, alcuni dei quali però non hanno ancora accettato l’incarico in attesa di un ‘approfondimento’. Per Cecchettin si tratta della seconda ondata di nomine. La prima, alcune settimane fa, quando il direttore generale aveva riconfermato i suoi tre ‘colonnelli’: Diego Padovani (direttore sanitario), Carlo Ghidelli (direttore amministrativo) e Germana Tommasini (direttore sociale). Il valzer di poltrone di queste ultime ore ha coinvolto una figura di spicco della vecchia Medicina del Lavoro, il dottor Paolo Ricci, l’ex direttore del dipartimento di prevenzione estromesso dal vecchio direttore generale Maria Cristina Cantù dalla partita diossina-polo chimico. A Ricci il numero uno dell’Asl provinciale ha assegnato la responsabilità dell’Osservatorio Epidemiologico e del Registro Tumori. L’ex capo della Medicina del Lavoro tornerà quindi ad occuparsi di tumori e di indagini sul territorio rispetto ai fattori di rischio, ma non lo farà autonomamente, visto che il servizio affidatogli esce dal dipartimento Pac (programmazione, acquisto e controllo) per entrare nello staff del direttore generale. Il dottor Paolo Ricci prenderà il posto della dottoressa Emanuela Anghinoni, che per due anni si è occupata del Registro Tumori. Le ultime polemiche dei mesi scorsi sull’aggiornamento del Registro Tumori potrebbero aver influito sulla decisione di Cecchettin. In una conferenza stampa successiva alle critiche la Anghinoni aveva spiegato che il lavoro di raccolta dati era molto complesso e che comunque sarebbe andato avanti per arrivare a conclusione del giro di un anno. La dottoressa Anghinoni andrà a dirigere il servizio di Medicina Preventiva della Comunità, un’area che tra le altre questioni si occupa anche di screening. Chi invece fa un bel salto in avanti è il dottor Gabriele Giannella, che Cecchettin ha promosso alla guida di un’area di peso, quella della Prevenzione Ambienti di Vita, un maxi servizio che contiene la Medicina Preventiva della Comunità, la Medicina Sportiva e l’Igiene Pubblica. Il ‘ritorno’ al suo vecchio servizio è quello che vede protagonista la dottoressa Emanuela Mossini, ex dirigente della Medicina del Lavoro prima dell’avvento della Cantù e ultimamente alla Medicina Legale, settore invalidità da lavoro. Alla Mossini Cecchettin ha assegnato l’incarico di responsabile del servizio di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro.


...dopo aver raccolto notizie e testimonianze ci si chiede: ma allora come disse questa apicale della sanità..bastan due mesi di studio per capire e dettare leggi in clinica (dove chi fa il medico e lo scienziato da una vita ancora ne analizza le problematiche sempre nuove, dopo decenni di arduo lavoro...).

Anonimo ha detto...

Fabio Glavina:
e come diceva una famosa pubblicità: "Meditate gente meditate..."

Anonimo ha detto...

Ma allora,visto che siamo atati un po'meno disonesti degli altri,mi sembra giusto che ci propongano x un'onoreficenza al merito! ma x favore!

Anonimo ha detto...

Non sappiamo chi tu sia, ma se ti senti un pò meno disonesto di altri e onorificenze non ne vuoi sei libero di sciegliere... I lavoratori della santa Rita non sono certo diventati milionari in questi anni ne tanto meno hanno frodato lo stato in cui vivono...Riteniamo peratnto che non debbano essere presi in giro dalle Istituizioni, che organizzano riunioni in anonimo (in Regione) cercando spie, per proteggere il loro "bottom"...visto che per come hanno agito (chiudendo prima di processi e sentenze e verità) hanno distrutto il lavoro di molti.
I lavoratori della Santa Rita - Milano

PS. ...per altro noi non abbiamo intenzione di fare carriera politica.

Anonimo ha detto...

Fabio Glavina:
prima cosa auspecherei che TUTTI si identifichino, se una persona ha la coscienza pulita non ha paura di esporsi, punto e basta.
Adesso vorrei chiarire alcuni punti. Nessuno intende dire che siccome qualcun'altro in passato e soprattutto nel presente ha rubato, allora anche gli altri che rubano meno sono onesti.
Io non posso e non voglio e non voglio difendere nessuno, non ne ho le competenze e nemmeno conosco i carteggi.
I Primari hanno frodato? non lo so e non spetta a me stabilirlo... nemmeno alla ASL però...
Brega ha causato lesioni? non lo so e lo stabilirà un tribunale.
Quello che mi fa pensare è la disparità di trattamento per le stesse identiche imputazioni.
La vera differenza è che altri sono per giunta rei confessi, mentre alcuni dei Medici della Santa Rita dovrebbero ancora essere presunti innocenti fino a una condanna definitiva.
Che esistono cardiochirurghi che hanno PATTEGGIATO la pena per 5 omicidi perchè mettevano valvole cardiache ai sani per lucro, quindi le stesse accuse a Brega, e hanno operato fino al giorno del patteggiamento non è un'invenzione e pura verità. Nessuna sospensione dall'ordine, nessuna chiusura dalla ASL, nemmeno del reparto di competenza... neanche un'ora... Perchè? che differenza c'è? quel cardiochirurgo è pure reo confesso...
Ci sono famose strutture che hanno patteggiato (anche un noto DON...) per aver truffato un cifra 7 volte superiore all'ipotetico contestato alla Santa Rita. Secondo Voi stanno passando quello che è stato imposto alla Santa Rita... lo so per certo: NO.
Perchè? E' grave solo quando ruba la Santa Rita o è grave sempre?
Cosa dovrebbero fare a San Donato visto che si ipotizza una cifra 70 volte superiore (si 70 non è un errore) a quella contestata alla Santa Rita?
I processi di piazza sono manifestazione di dittatura (vedete la Cina...), ma quando a farli sono le istituzioni... beh è la tragedia!
A certi avvocati ricorderei di ripassarsi il capitolo PRESUNZIONE DI INNOCENZA (oddio anche alcuni PM dovebbero ripassarlo).
Il punto è che il giustizialismo di comodo con punizioni severe SOLO per ALCUNI, quando sono in MOLTI ad aver rubato destano perlomeno perplessità.
E' giusto fare i controlli, A TUTTI NON A CHI SI VUOLE. Si chiama GIUSTIZIA e non farsa, che è invece quello che vedo. Sempre a disposizione.